La Sardegna del vino non si esaurisce nel Cannonau e nel Vermentino. L’Isola, da sempre associata a questi due vitigni, si rivela molto più ricca e variegata grazie al lavoro di Slow Food, che attraverso la guida Slow Wine 2025 punta a valorizzare la produzione vitivinicola sarda con un approccio orientato a vini “buoni, puliti e giusti”.

L’attenzione è rivolta a bottiglie artigianali, prodotte nel rispetto del territorio e con metodi che evitano l’uso della chimica in vigna e gli interventi standardizzati in cantina. La guida sottolinea anche la varietà delle uve autoctone come nuragus, semidano, nasco, torbato, monica, girò, pascale, caricagiola, cagnulari e bovale, senza tralasciare eccellenze come la Malvasia di Bosa e la Vernaccia di Oristano.

Cinque cantine sarde hanno ottenuto il massimo riconoscimento, la ‘Chiocciola’: G. Battista Columbu, Pusole, Giuseppe Sedilesu, insieme a Deperu Holler e Schirru, che rappresentano le novità di questa edizione. Inoltre, la guida ha attribuito l’icona delle ‘Bottiglie’ a cantine che si sono distinte per la qualità eccellente dei vini degustati: Antichi Vigneti Manca, Berrita, Cantina Gungui, Enrico Esu, I Garagisti di Sorgono, Vike Vike e Tenute Dettori. Il simbolo della ‘Moneta’, assegnato per l’ottimo rapporto qualità-prezzo, è stato conferito nuovamente alla cantina Audarya.

La guida presenta anche una selezione di 22 vini sardi di eccellenza, tra cui: Arcivu rosso 2022 (Cantina di Neoneli), Cannàca 2022 (Schirru), Cannonau di Sardegna Ghirada Loreto 2022 (Francesco Cadinu), Cannonau di Sardegna Riserva Berteru 2022 (Cantina Gungui), Carignano del Sulcis Nero Miniera 2022 (Enrico Esu), e molti altri. Questi vini rappresentano la diversità enologica dell’Isola, confermando la qualità della produzione vitivinicola sarda anche al di fuori dei circuiti più conosciuti. 

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