Ogimi, un villaggio nel nord rurale di Okinawa, Giappone, è noto per essere la “culla della longevità”. All’ingresso del paese, una scritta incisa su una lastra di pietra recita: “A 80 anni sei giovane, a 90 puoi ancora rifiutare l’invito degli antenati a raggiungerli e a 100 puoi finalmente pensarci”. Questo detto riflette l’approccio locale alla vecchiaia, intesa come una fase della vita ancora attiva e vitale.

Un fenomeno di longevità straordinaria

Ogimi ha una delle concentrazioni di centenari più alte al mondo. Dei 3.000 abitanti, 15 hanno superato i 100 anni, mentre 171 sono ultranovantenni, secondo gli ultimi censimenti. Anche in Giappone, un paese noto per la lunga aspettativa di vita, Ogimi rappresenta un caso eccezionale. Il villaggio ha attirato l’interesse di studiosi e viaggiatori curiosi di scoprire il segreto della longevità di Okinawa, che è considerata una delle “zone blu” del mondo, ovvero aree in cui la popolazione vive più a lungo e in salute.

Le basi di una vita lunga e sana

Craig Willcox, esperto di gerontologia e co-ricercatore principale dell’Okinawa Centenarian Study, sostiene che la longevità di Okinawa si basa su tre pilastri: alimentazione, abitudini sociali e genetica. “Circa due terzi della longevità sono legati a dieta e stile di vita, mentre il resto dipende dalla genetica”, afferma. La dieta di Okinawa è centrata su alimenti naturali, come patate dolci, zucca amara, alghe e verdure a foglia verde. Questi cibi, a basso contenuto calorico ma ad alto valore nutrizionale, contribuiscono a ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo, fattori che sono associati a una vita più lunga.

L’importanza della comunità e del supporto sociale

Un altro aspetto fondamentale è il forte senso di comunità, sostenuto da un sistema chiamato moai. I moai sono gruppi di supporto tra persone con interessi comuni che promuovono connessioni sociali ed emotive, un elemento chiave per la salute e il benessere. Takashi Inafuku, capo di uno dei distretti di Ogimi, fa parte di due moai, uno con i compagni di scuola e un altro con ex colleghi. “Essere parte di un moai significa poter condividere esperienze e sostenersi a vicenda”, spiega Inafuku. La ricerca dimostra che la solitudine è dannosa per la salute tanto quanto il fumo, mentre la compagnia e il supporto sociale aiutano a mantenere il benessere fisico e mentale.

Uno stile di vita in armonia con l’ambiente

Il clima subtropicale, gli inverni miti e la bellezza naturale di Okinawa contribuiscono a uno stile di vita tranquillo e a basso stress. Qui, la vita scorre con un ritmo rilassato, conosciuto come “tempo di Okinawa”, che si riflette anche nella filosofia dell’ikigai, o “ragione di vita”. Gli abitanti più anziani di Ogimi continuano a coltivare passioni e occupazioni, come l’antica arte della tessitura basho-fu. Il lavoro artigianale non è solo un’attività per mantenersi attivi, ma rappresenta anche un modo per contribuire all’economia del villaggio e restare connessi socialmente.

Lezioni da un’isola longeva

Durante la pandemia, i moai di Okinawa hanno adattato le loro attività per seguire le norme di sicurezza. Molti gruppi sono passati online, dimostrando la resilienza e la flessibilità della comunità. Questa esperienza ha portato il concetto di moai a diffondersi anche al di fuori del Giappone, ispirando gruppi di supporto sociale in diverse parti del mondo.

Le abitudini degli abitanti di Ogimi offrono lezioni preziose sulla longevità, ricordandoci che uno stile di vita sano, una forte rete sociale e un senso di scopo possono contribuire a una vita lunga e soddisfacente.

Foto National Geographic

Articolo originale: https://www.nationalgeographic.it/l-isola-di-okinawa-ha-scoperto-l-elisir-di-lunga-vita 

 

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