La Sardegna, e in particolare l’Ogliastra, è l’unica regione italiana ad ospitare una delle cinque Blue Zone, aree del mondo in cui un numero di persone superiore al normale vive molto più a lungo della media. Il termine è apparso per la prima volta nella copertina della rivista National Geographic di Dan Buettner del novembre 2005, “I segreti di una lunga vita”. Sono state individuate, oltre la Sardegna, le seguenti “zone blu”: Okinawa (Giappone), Sardegna (Italia), Nicoya (Costarica), Icaria (Grecia) e tra gli avventisti del settimo giorno a Loma Linda, California, sulla base di studi che indagano sul motivo per cui queste popolazioni vivono vite più sane e più lunghe di altre.
Il concetto di Blue Zones è nato dal lavoro demografico svolto da Gianni Pes e Michel Poulain delineato sulla rivista Experimental Gerontology, che ha identificato la Sardegna come la regione con la più alta concentrazione di centenari maschi. Mentre i due uomini si concentravano sul gruppo di villaggi con la più alta longevità, disegnarono cerchi blu concentrici sulla mappa e iniziarono a riferirsi all’area all’interno del cerchio come “Zona Blu”. Insieme ai demografi Pes e Poulain, Buettner ha ampliato il termine, applicandolo appunto ad altre aree di longevità.
LA SARDEGNA E IL RECORD DI PERDASDEFOGU
Nell’isola, le aree che vantano il maggior numero di centenari sono l’Ogliastra, la Barbagia di Seulo e la Barbagia di Ollolai. Il punto caldo di longevità si trova nei paesi di montagna dove una percentuale sostanziale di uomini raggiunge i 100. In particolare, il centro di Seulo detiene il record di 20 centenari dal 1996 al 2016, che lo conferma “il luogo dove si vive più a lungo al mondo”.
Oggi il record è nelle mani di Perdasdefogu, piccolo centro a cento chilometri da Nuoro e cento da Cagliari. Se in Italia ci sono 30 centenari ogni 100mila abitanti, a Perdasdefogu ce ne sono 8 per 1.740 abitanti, ovvero una presenza di centenari 13 volte superiore alla media nazionale. Ma c’è anche un altro dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia in cui le donne solitamente sono più longeve: a Perdasdefogu invece – svela l’esperta – degli 8 centenari viventi, 4 sono uomini e 4 sono donne. E se nella Penisola vi sono 4/ 5 centenarie per un centenario, a Perdasdefogu abbiamo un rapporto di 1 a 1, denotando di fatto un’eccezionale longevità maschile.
Che questo non sia un luogo qualunque lo si evince dal cartello all’ingresso del paese: «Perdasdefogu record mondiale della longevità familiare». Primato conquistato sul campo nel 2014 da Consòla Melis e i suoi 8 fratelli e sorelle: 837 anni insieme sigillati dal Guinness World Records. L’ultima a raggiungere il traguardo del secolo di vita, è stata la maestra elementare Federica Melis, ottava centenaria del paese, regalando così a Perdasdefogu il record nazionale di longevità. «Ricordo i discorsi di Benito Mussolini e il primo voto alle donne. Sono contenta dell’ultimo ricordo, ma non sono felice del primo», ha racconta la neocentenaria.
Intervistato dal Corriere della Sera, Giacomo Mameli, 80 anni, scrittore e memoria storica del paese delle «pietre di fuoco», ha indicato soprattutto nel forte senso della comunità il vero antidoto alla morte. «Quasi tutti gli anziani vivono nelle case dove sono nati, c’è solidarietà, nessuno resta solo: se poi ha più figli, trascorre una settimana a casa di uno, una settimana dall’altro».
I FATTORI DELLA LONGEVITà
Gli studi condotti in Sardegna indicano che la longevità degli abitanti è dovuta ad alcuni fattori particolari:
- L’altitudine media alla quale si trova la zona blu
- Alimentazione basata su una dieta povera di grassi e ricca di proteine
A questi si aggiungono i fattori psico-sociali: basso stress emotivo, ottimismo, mantenimento di uno stile di vita “antico” in cui la tradizione ha ancora una forte influenza sulla vita quotidiana.
Buettner nel suo studio sottolinea che le persone fanno le cose giuste abbastanza a lungo ed evitano le cose sbagliate,” ci sono quattro cose principali che le persone in quelle zone fanno per vivere una vita più sana e più lunga, e consistono nel muoversi regolarmente, che non consiste nell’esercizio da solo, ma nel fare le abitudini quotidiane di esplosione di energia durante il giorno. Il secondo aspetto è vivere con uno scopo, avere una ragione per alzarsi ogni giorno e vivere con prospettiva. Il terzo aspetto delle popolazioni della zona blu è il sociale supporto che ricevono da amici e familiari che consente loro di muoversi più agevolmente attraverso i risultati della vita. Quarto ma non meno importante è il concetto che la maggior parte ancora non capisce, che sta facendo della “scelta sana la scelta facile”, e non solo un’opzione. Vivere secondo questi quattro concetti porta longevità e benefici mentali e fisici alla propria vita e società.