La longevità in Sardegna è il risultato di un intreccio complesso di fattori genetici, ambientali e culturali. Questo fenomeno, caratterizzato da un’alta concentrazione di centenari, riflette uno stile di vita incentrato su alimentazione, attività fisica e relazioni sociali che si mantengono in equilibrio da generazioni. La dieta sarda, strettamente legata alla disponibilità di risorse locali, si basa su ingredienti freschi e poco elaborati, seguendo la stagionalità e attingendo alla biodiversità dell’isola. Cibi come agnello, erbe selvatiche e verdure spontanee, presenti in molte ricette tradizionali, apportano nutrienti essenziali e composti benefici.

La longevità dell’isola è oggi osservata anche in un’ottica epigenetica. Oltre alla componente genetica, si riconosce l’influenza di uno stile di vita che modula l’espressione dei geni. Le abitudini quotidiane, l’assenza di alimenti processati, l’attività fisica e il contatto sociale contribuiscono infatti a preservare la salute e a ritardare i processi di invecchiamento.

Il rapporto tra cibo e longevità in Sardegna si vede anche nell’approccio alla convivialità. I pasti sono spesso un momento di condivisione, in cui non si corre, ma ci si riunisce e si celebra insieme. Mangiare lentamente, gustando ogni boccone e trascorrendo tempo con gli altri, è un’abitudine che riduce lo stress, migliora la digestione e fa bene al cuore. Questa pratica influisce positivamente sulla salute mentale e fisica, sostenendo la longevità in modo armonioso.

La ricetta: agnello al finocchietto selvatico

Oltre a essere ricco di sapore, l’agnello al finocchietto selvatico è un piatto che incarna questo approccio sardo alla vita e alla salute. Il finocchietto selvatico, per esempio, non è solo un’erba aromatica, ma una fonte naturale di magnesio e antiossidanti, importanti per il benessere muscolare e per mantenere il corpo in equilibrio. Anche l’uso dell’olio extravergine d’oliva, con i suoi grassi insaturi e antinfiammatori, aggiunge valore nutrizionale al piatto, proteggendo il sistema cardiovascolare e migliorando l’energia generale.

Ingredienti

  • Coscia di agnello: 600 g
  • Finocchietto selvatico: 1 mazzetto
  • Cipolla: 1
  • Olive verdi: 60 g
  • Brodo vegetale: 800 ml
  • Vino bianco: 1 bicchiere
  • Peperoncino: 1
  • Olio extravergine d’oliva (EVO): q.b.
  • Sale e pepe: q.b.

Preparazione

  1. Tagliate la coscia di agnello a pezzi e rosolate con olio EVO e cipolla affettata, aggiungendo il peperoncino per un tocco di sapore. Quando la cipolla è appassita, unite l’agnello e rosolate a fiamma moderata, poi sfumate con il vino bianco e lasciate evaporare l’alcol.
  2. Aggiungete il finocchietto spezzettato e regolate di sale e pepe. Unite il brodo caldo, coprite e fate cuocere a fuoco basso per circa 50 minuti, finché la carne risulta tenera.
  3. A fine cottura, aggiungete le olive verdi, mescolate e lasciate ridurre il liquido di cottura fino a ottenere un fondo ristretto. Servite l’agnello con le olive e il finocchietto fresco.

L’agnello al finocchietto selvatico è più di un piatto tipico: è l’espressione di un modo di vivere. Un’alimentazione naturale, radicata nella terra e arricchita dalla sapienza tradizionale, è uno dei pilastri della longevità sarda. Un piatto come questo, consumato con calma e condiviso in buona compagnia, racchiude un piccolo segreto della lunga vita sarda: nutrirsi non solo di cibo, ma di connessioni, di terra e di tempo. 

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