La Sardegna brilla a livello internazionale all’International Cheese & Dairy Awards (ICDA), conquistando due medaglie di bronzo in quello che è considerato il più importante concorso mondiale dedicato ai formaggi. Il caseificio Antonio Garau di Mandas ha ottenuto questo prestigioso riconoscimento grazie ai suoi pecorini Baddhe bio e Piccolo Giunco, premiati durante la competizione svoltasi nella contea di Staffordshire, in Inghilterra. L’ICDA, con i suoi 128 anni di storia, è noto per la sua rigorosa selezione, che attira ogni anno oltre 5.500 partecipanti da tutto il mondo.
“Vincere una medaglia all’ICDA è il sogno di ogni produttore di formaggio”, affermano con orgoglio Marina e Mimmo Garau, titolari dell’azienda e pronipoti del fondatore Antonio Garau. “Questo concorso garantisce l’anonimato in modo scrupoloso, e per questo motivo la nostra soddisfazione è immensa.” Questi riconoscimenti si aggiungono a un già ricco palmarès: il Piccolo Giunco è stato nominato agli Italian Cheese Awards di quest’anno, premiato da Gambero Rosso nel 2022 come miglior pecorino sardo sul mercato nazionale ed estero, e ha conquistato l’argento ai World Cheese Awards l’anno successivo.
Fondata nel 1880 da Antonio Garau e ora giunta alla quarta generazione, l’azienda produce pecorini affinati nelle storiche cantine, utilizzate ininterrottamente da oltre 140 anni. Si tratta di un caseificio artigianale, dove la formatura del formaggio e della ricotta viene ancora eseguita a mano all’interno dei tradizionali cestini. Qui, non si utilizzano conservanti, additivi o antimuffa. La combinazione di tecniche antiche e innovazione rappresenta il segreto del successo di questa azienda sarda.
LA STORIA DEL CASEIFICIO – Dal 1880 il Caseificio Antonio Garau, il più antico in attività in Sardegna, produce con dedizione e passione i formaggi sardi, ricercando da sempre il gusto e la qualità superiore. Una vera e propria missione quella per l’arte casearia, che ha permesso alle quattro generazioni, Antonio Garau il fondatore, il figlio Beniamino Garau la 2° generazione, il nipote Antonio Garau la 3° generazione, i pronipoti Beniamino e Marina Garau la 4° e attuale generazione, di affrontare con tenacia e determinazione due guerre mondiali e varie crisi economico-finanziarie; In primis, di non scordare e portare avanti con orgoglio la filosofia aziendale: passione, entusiasmo, nuove sfide e opportunità, con lo sguardo sempre rivolto all’ottenimento della massima qualità possibile.
Antonio Garau, il fondatore, quando avviò la produzione puntò al recupero della tradizione millenaria legata alla trasformazione del latte ovino, un’arte in cui le abilità e le competenze del pastore si coniugavano alla ricerca del gusto e dell’eccelsa qualità da ritrovarsi nel formaggio pecorino sardo. Sin dalle origini il Caseificio Garau utilizza rigorosamente solo latte proveniente da allevamenti sardi, nei quali l’alimentazione si basa su erbe spontanee ed arbusti tipici della vegetazione locale. Nasce così la produzione di formaggi ricchi naturalmente di acidi grassi omega-3.
L’alimentazione tipica dei centenari in Sardegna era, ed è costituita, anche dal formaggio pecorino sardo ottenuto da pecore nutrite con erbe tipiche della vegetazione locale, ad alto contenuto di acidi grassi omega-3 (BLUE ZONE, Live Longer – National Geographic)
IL CASEIFICIO – La tradizione del Caseificio Garau prosegue oltre che nel tenere vivo il gusto antico e superbo dei nostri formaggi, anche nell’utilizzo dell’originario stabilimento, adeguato nel corso degli anni alla rigida e severa normativa sulla sicurezza e qualità alimentare. Le diverse fasi della produzione, sapientemente curate e coordinate da Beniamino Garau, esperto casaro e custode dell’antica tradizione, trovano la loro esaltazione nell’ultimo rilevante momento: la stagionatura, che si realizza all’interno delle antiche cantine.
Sono il cuore del caseificio, ubicato orgogliosamente a Mandas da oltre 140 anni nella parte centro meridionale della Sardegna, un territorio ricco di storia e millenaria tradizione agropastorale.
Le cantine sono costruite come si usava nel XIX secolo utilizzando la pietra locale, chiamata in dialetto “su corasullu” (il cuore azzurro, per via del colore delle venature). Sono gli stessi muri, spessi oltre un metro, che permettono ancora oggi la traspirazione naturale e la tenuta costante della temperatura nelle diverse stagioni, un tesoro che può essere quasi paragonato alle grotte naturali.
Inoltre il loro interno è permeato da un microclima ricco di sentori, aromi e profumi che, coniugato all’utilizzo del tavolato ultra stagionato di puro abete, conferisce ai nostri formaggi un sapore unico, conosciuto e apprezzato per la genuinità, eccellenza ed eleganza.