Vivere più a lungo è il sogno di molti, ma invecchiare in salute è ancora più importante. Il dibattito sulla longevità spesso si concentra su cure e rimedi miracolosi, mentre la scienza cerca di capire come arrivare a un’età avanzata mantenendo benessere fisico e mentale. Una recente ricerca italiana ha messo in evidenza tre fattori determinanti per affrontare l’invecchiamento in modo resiliente: uno stile di vita sano e attivo, una rete affettiva stabile e la capacità di affrontare lo stress con flessibilità. Questo studio innovativo suggerisce un nuovo approccio per guardare alla longevità, puntando alla qualità della vita oltre che alla durata.
Un invecchiamento resiliente: i fattori fondamentali
L’indagine, condotta dalla Fondazione Golgi Cenci e dalla Fondazione Serpero e pubblicata su The Journals of Gerontology, si è concentrata sulla popolazione anziana di Abbiategrasso, vicino Milano. I ricercatori hanno identificato tre pilastri per un invecchiamento in salute:
- Stile di vita sano e attivo: L’importanza di un’attività fisica regolare, una dieta equilibrata e uno stile di vita che favorisca il benessere è ben nota, ma viene sottolineata ancora una volta come fondamentale per prevenire patologie croniche e mantenere una buona qualità della vita anche in età avanzata.
- Riserva cognitiva: Un ambiente stimolante, soprattutto nelle prime fasi di vita, contribuisce a creare quella che viene definita “riserva cognitiva”. Questo significa che l’educazione, le attività sociali e intellettuali, e un bagaglio di esperienze arricchenti aiutano a far fronte ai cambiamenti neurologici tipici dell’invecchiamento.
- Riserva affettiva: Una scoperta innovativa dello studio è il ruolo della “riserva affettiva”. Questa consiste nella capacità di costruire e mantenere legami affettivi solidi e positivi, che forniscono un supporto psicologico e contribuiscono all’adattamento in momenti difficili. Avere una rete di relazioni affettive profonde e fiduciose rappresenta una protezione importante e, secondo lo studio, è comparabile per impatto agli altri fattori.
Adattarsi per invecchiare meglio
I dati raccolti dai ricercatori indicano che circa il 38% degli ultraottantenni partecipanti allo studio presentava un “fenotipo resiliente”. Questo gruppo è stato definito “resiliente” in quanto, nonostante l’esposizione a eventi avversi o a stress significativi come la pandemia di Covid-19, aveva mantenuto un buono stato di salute e autonomia. “Gli anziani resilienti non sono stati risparmiati dagli eventi stressanti,” spiega il dott. Antonio Guaita, direttore della Fondazione Golgi Cenci, “ma la loro capacità di adattamento li ha aiutati a gestire meglio le sfide del processo di invecchiamento.”
Il ruolo dello stress nel mantenere la resilienza
A differenza di quanto si possa pensare, evitare completamente lo stress non è la chiave per invecchiare bene. Al contrario, affrontare con successo gli eventi stressanti aiuta a rafforzare la capacità di adattamento. Gli anziani che mantengono uno stile di vita attivo e una solida rete sociale hanno maggiori probabilità di adattarsi ai cambiamenti fisici e psicologici legati all’età.
Lo studio su Abbiategrasso: un’indagine sul lungo periodo
La ricerca si è basata su un campione di 404 anziani monitorati dal 2009 all’interno dello studio InveCe.Ab (Invecchiamento cerebrale di Abbiategrasso). Gli anziani che, oltre a rimanere autonomi, non presentavano segni di depressione o deficit cognitivi sono stati classificati come “resilienti”. Questo studio longitudinale ha permesso di identificare tre aree di intervento: potenziare le capacità cognitive attraverso l’istruzione e la stimolazione, mantenere uno stile di vita sano e coltivare relazioni positive e durature.
Investire nella promozione della salute
La ricerca ha anche evidenziato l’importanza della prevenzione lungo tutto il corso della vita. Gli autori dello studio sottolineano l’importanza di diffondere un messaggio di promozione della salute, che favorisca scelte di vita positive invece di focalizzarsi soltanto sul rischio di malattia. Secondo gli esperti, è essenziale continuare a investire nella formazione e nella promozione del benessere, sottolineando che non esiste un limite d’età per iniziare a prendersi cura di sé stessi.
Questa ricerca rappresenta un passo importante verso una maggiore comprensione dell’invecchiamento resiliente e della longevità, con l’obiettivo di permettere a un numero sempre maggiore di persone di invecchiare non solo più a lungo, ma anche meglio.