Il bianco e nero per raccontare il segreto della longevità in Sardegna. Una scelta stilistica non casuale quella del maestro Romolo Eucalitto, importante fotografo di cinema che ha un legame profondo con l’Ogliastra, una terra che ha avuto la fortuna di visitare sin da quando era ragazzo. Il tema degli anziani è assai caro al fotografo di origini campane, romano d’adozione, che ha curato un’emozionante mostra sui sopravvissuti del genocidio armeno, il primo grande genocidio dell’era moderna. In Sardegna ha posto il suo obiettivo sugli uomini e sulle donne più longeve di Villagrande Strisaili, piccolo centro dell’Ogliastra, testimonianza vivente di un segreto che affonda le radici nel cuore della Sardegna. Per anni è stato il paese con il maggior numero di uomini ad aver raggiunto e oltrepassato la soglia dei 100 anni. Un vero e proprio record mondiale che ha reso celebre l’isola per questa sua straordinaria caratteristica.
Eucalitto, che ancora oggi lavora con importanti registi come Ferzan Ozpetek e Carlo Verdone, con i quali condivide la passione per il bello, è rimasto colpito dalla serenità degli abitanti di un luogo che registra la più elevata concentrazione al mondo di ultraottantenni, ultranovantenni e ultracentenari rapportata alla popolazione totale, una comunità di circa 3.000 abitanti. “Quando mi sono recato a Villagrande per realizzare gli scatti che poi avrebbero dato vita alla mostra, mi ha colpito subito lo stile di vita semplice delle persone che incontravo lungo le strade di questo luogo che sembra quasi fuori dal tempo e dallo spazio. Ho capito – evidenzia Eucalitto – che quelle persone vivevano in un territorio incontaminato e si nutrivano con cibi sani e genuini. In quel luogo, che vantava il record mondiale di longevità maschile, il segreto dei centenari ha trovato più che altrove la massima espressione”.
“Ricordo che gli anziani del paese, tra i quali cinque centenari, erano entusiasti di posare davanti alla macchina fotografica in contesti abituali come la famiglia, il tempo libero e il lavoro. Mi ha colpito l’amore per la famiglia, l’importanza di avere qualcuno al proprio fianco, una moglie o un marito, i figli, gli amici. Le piccole comunità – conclude Eucalitto – sono un antidoto alla solitudine. La solitudine, infatti, è il vero male di chi vive nelle grandi città. Gli anziani muoiono più di solitudine che di malattie. Quindi penso che le piccole comunità, insieme ad altri fattori, siano davvero il luogo ideale per vivere a lungo”.
Nella sua attività professionale ha davvero incontrato i più grandi del cinema, da Federico Fellini a Marcello Mastroianni, passando per le grandi star della pellicola di oggi. Memorabili, tra gli altri, i suoi scatti in bianco e nero a una bellissima Moana Pozzi, finalmente messa a nudo nella sua anima: “Era una donna di una grandissima ironia e di rara intelligenza. È una delle persone più sensibili che abbia mai conosciuto nella mia vita”.
Di tutti quelli che ha conosciuto, Romolo non ha mai cercato forzatamente l’amicizia, ma ha provato a capirne l’anima attraverso i suoi scatti. Forse merito della strada che lui per primo considera la sua università: “È lei che mi ha insegnato tutto. In strada, insieme agli amici, è nata la passione per la fotografia. La sera uscivamo e facevamo foto di tutti i tipi, poi le sviluppavamo. Sono diventando fotografo giorno dopo giorno, facendo una gavetta dura, anzi durissima. Della strada mi è rimasto il senso di guardare le persone per ciò che sono, senza pregiudizi. Un uomo è soltanto un uomo. Alla fine si rimane sempre nudi di fronte a sé stessi”